26 marzo 2013

AstroLavoro: l'Ariete



Come ci può aiutare l’astrologia quando i problemi quotidiani sono così pressanti come in questo periodo? Semplicemente indicandoci su quali doti possiamo contare e quali sono le nostre predisposizioni innate. Sdrammatizzando un po’, a partire dall’Ariete vedremo ogni mese quali sono i mestieri più adatti al nostro segno zodiacale, per prendere meglio la mira in un periodo di magra.
L’Ariete, intraprendente e sempre votato alla battaglia, rende al massimo in ogni impresa che comporti sfide e competizioni, infatti spesso si realizza nello sport o in ambito militare, anche perché questo segno ama la gerarchia e ha un grande rispetto per le regole.
A livello sportivo si trovano spesso, oltre che atleti, anche preparatori atletici, fisioterapisti e massaggiatori.
Il lavoro d’ufficio, tranne che in casi particolari, non gli si adatta perché

Urano in Ariete e la fine dello "status quo"



Spesso si sente paragonare questa profonda crisi economica e sociale a quella del 1929, che portò al crollo di Wall Street, all’instaurarsi di regimi autoritari e alla seconda guerra mondiale. Astrologicamente, il cielo della fine degli anni Venti aveva effettivamente qualcosa in comune con quello di oggi: la presenza di Urano nel segno dell’Ariete. Urano è il pianeta che simboleggia il ribaltamento dello “status quo”, i movimenti rivoluzionari, la tecnologia, le invenzioni, gli eventi improvvisi ed imprevedibili. Il suo “passo” fa sì che il pianeta si trovi nello stesso segno zodiacale ogni 84 anni, ”colorando” con le qualità del segno che occupa, intere epoche e intere generazioni .
Nel primo segno dello zodiaco, l’energia innovativa di Urano si applica alle tipiche simbologie arietine: le armi e la strategia militare, le imprese pionieristiche, le conquiste di nuovi spazi, l’affermazione dell’individuo sulla comunità, la guerra, i nuovi inizi.
Il suo ultimo ingresso nell’Ariete è avvenuto il 12 marzo 2011 proprio in concomitanza con quella che venne chiamata la “primavera araba“,

Ariete - Il principe e il povero



Il seme che, germogliando, buca il duro terreno e si erge orgoglioso; il bimbo che nasce facendosi largo “a testate” a rischio della vita; il guerriero che si lancia in battaglia a spada sguainata e munito di elmo a protezione del capo; l’atleta che con immenso sforzo arriva a primeggiare sul podio alle olimpiadi; sono tutte immagini simboliche che possiamo associare al segno equinoziale dell’Ariete, quello che apre il ciclo zodiacale e che dà inizio al risveglio stagionale della vita sulla terra.
Come già si è detto, il carattere di chi nasce in un certo periodo dell’anno rispecchia il “clima”, l’energia propria di quel momento.
Per questo motivo possiamo riscontrare, negli appartenenti al primo segno primaverile, una psicologia “adatta” alla nascita e all’esplosione della vita: una propensione al rischio, una grande irruenza, il frequente ricorso alla forza e alla violenza per affrontare gli eventi, coraggio, impulsività, mancanza di riflessione, bisogno di affermarsi, di primeggiare sugli altri, di ergersi vincitori, di realizzare qualcosa di unico e nuovo, di iniziare sempre qualcosa di importante, preferibilmente combattendo contro un “nemico” che, se non esiste, viene individuato “ad hoc” per l’impresa.

L’Ariete, dominato da Marte (la lotta per la vita, la legge del più forte, l’istinto di sopravvivenza), da Plutone (il bisogno insopprimibile di “creare”) e dal Sole (l’Io), è un individuo molto accentratore, che riferisce tutto al suo ego. Come non vedere questa caratteristica nell’imperatore che è passato alla storia come il “creatore” dell’Europa : Carlo Magno (2 aprile 742). Già l’attributo “Magno”, il Grande, ci parla di primati, di dominio; Eginardo, il suo biografo, lo descrive come

Pesci - L'Uno e il Tutto


Cosa potrebbero mai avere  in comune una regina solida e autorevole come Bianca di Castiglia (4 marzo 1188) e “l’amante del Duce”, Clara Petacci (28 febbraio 1912)?
In apparenza nulla se non il fatto di appartenere allo stesso segno zodiacale, quello degli sfuggenti ed indefinibili Pesci.
Lo Zodiaco pone i Pesci al dodicesimo posto nella sequenza, l’ultimo, quello in cui si presuppone che l’uomo, passato attraverso le precedenti undici fasi, balzi in una nuova vita, ricongiungendosi con la Divinità o salendo un gradino delle varie reincarnazioni o raggiungendo uno stadio evolutivo interiore più alto. Ma per compiere questo balzo è necessario avere una tensione al “dissolvimento”, alla fusione con qualcosa di più grande, una necessità di andare oltre il visibile e il quotidiano e, per finire, una grande fede nell’impossibile. Qui iniziamo a vedere che le due donne scelte per rappresentare questo segno, in  modi completamente diversi, sono accomunate proprio da questo, una profonda fede e dedizione:

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