22 marzo 2018

Stelle Letterarie - Ariete


Con questo primo post sul Segno dell’Ariete, inizia la nuova rubrica astrologica a tema letteratura. Vedremo qual è lo stile di scrittura preferito da ogni Segno, quale l’argomento ideale, quale il genere più amato o i personaggi che incarnano meglio la personalità dello scrittore, ricordando sempre che in campo astrologico il segno “puro” teorico, non corrisponde mai ad individui realmente esistenti , molto più sfaccettati e compositi.

Il germoglio che buca la terra e la natura che improvvisamente esplode in un tripudio di verde dopo il lungo riposo invernale, sono le immagini che esprimono meglio il vigore e la voglia di vivere tipici degli Ariete. Gli appartenenti al primo segno zodiacale sono dei combattenti nati, sentono forte l’impulso a sfondare ogni ostacolo la vita ponga loro di fronte, senza troppo riflettere. Sono degli istintivi, guidati dalla convinzione che il mondo sia un meraviglioso luogo di conquista, ma qualora questo mondo divenisse ostile, andrebbe odiato e magari anche azzerato senza esitazioni.
Il Segno è guidato da 3 pianeti: Marte (astro della guerra), Sole (astro della vita) e Plutone (astro del potere e della morte): guerra, vita e morte sono concetti basilari, attengono ai bisogni primari della vita umana. E non per caso sono anche i temi centrali della prima produzione letteraria della storia: quella epica. I grandi eroi guerrieri delle varie saghe antiche, quelle da cui prende l’avvio ogni trama oggi conosciuta, riverberano in pieno il carattere arietino.
Omero nell’Iliade ci racconta Achille, con le sue furie distruttrici, guerriero imbattibile e collerico; ma ci racconta anche il suo antagonista, il nobile Ettore, che non combatte per sete di sangue o per l’oro, ma per difendere la sua città, i suoi sudditi e l’onore della sua famiglia.
Anche avvicinandoci a tempi più storicamente affini a noi, l’Ariete resta Ariete: guerra, nemici, onore, eroismo. Anche vanteria, perché no: l’Ariete non è modesto, “si piace” molto e lo dice apertamente.
Non riesce a discostarsi da personaggi a tutto tondo, in qualche modo eroici, anche quando le imprese che compiono non trattano di guerra, ma di amore o di sesso. Così troviamo l’egocentrico Ariete Casanova che scala i muri per conquistare non castelli, ma donne altrui e che se ne vanta in un’autobiografia da lui scritta, stampata e distribuita. Eh sì: se un Ariete si mette in testa un’impresa, non lo si ferma facilmente. Arriverà in fondo, costi quel che costi.
E spesso quando racconta, racconta in prima persona e parla di se stesso: il suo argomento preferito.
Amore e guerra sono anche la passione di un altro Ariete: Edmond Rostand, commediografo francese che rese immortale la figura di Cyrano de Bergerac, il quale naturalmente veste un’uniforme, come moltissimi personaggi “arietini”. Cyrano è infatti spadaccino e poeta, è un guerriero dal temperamento sanguigno e leale, ama in segreto la cugina Rossana, ma afflitto da un naso over-size, non le confessa il suo amore che in punto di morte.
L’Ariete è uomo (o donna) d’azione e non sopporta di stare fermo a lungo, ma non si pensi che sia un troglodita. La sua mente ha bisogno di essere attiva tanto quanto il suo corpo. L’intelligenza arietina aggredisce il sapere con lo stesso impegno che mette a scalare una montagna o a vincere una corsa. Non cede di fronte a concetti complessi, purché non siano elucubrazioni fumose o pedanti perché in quel caso perde presto la pazienza e la passione.
Attendere, aspettare, esercitare la pazienza è il vero incubo arietino, non per niente era Ariete anche Samuel Beckett che nella sua celebre opera teatrale “Aspettando Godot”, raccontò l’attesa di un personaggio che non arriverà mai.
Quando un Ariete trova un ambiente ostile, quando non riesce ad esprimere entusiasmo ed eroismo, tutto il suo calore si rivolge all’interno, resta compresso e diviene pericoloso come un magma vulcanico. Se il temperamento lo permette però, grazie alle doti suggerite dall’opposto segno della Bilancia, questo segno raggiunge rare vette di intensità poetica, in cui vediamo mescolarsi amore puro e rabbia, innocenza, stupore per la natura e abissi di disperazione.
Se volete toccare il magmatico potenziale poetico arietino preparatevi ad emozioni intense, a toccare il cielo e l’inferno … prendete in mano “I fiori del male” dell’Ariete Charles Baudelaire o perdetevi in questi struggenti versi della meravigliosa Alda Merini:

“Sono nata il ventuno a primavera
ma non sapevo che nascere folle,
aprire le zolle
potesse scatenar tempesta.
Così Proserpina lieve
vede piovere sulle erbe,
sui grossi frumenti gentili
e piange sempre la sera.
Forse è la sua preghiera.” (A.Merini)

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© immagini Fototeca Storica Gilardi - 
© idea e testi Stefania Lucarelli

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