20 aprile 2013

Toro - Women's power


Fiori, profumi, vegetazione rigogliosa, clima mite, canti di uccelli, cucciolate e primizie. Ecco il clima che accoglie i rappresentanti del segno del Toro, calmi, pazienti, paciosi, lenti, amanti della bellezza e del buon cibo e portati naturalmente a cercare il benessere materiale sotto tutte le forme.
Questo segno zodiacale, contrariamente al maschile (e maschilista) Ariete che lo precede, rappresenta il trionfo del femminile e del matriarcato: in effetti più che un Toro, il simbolo più adatto sarebbe quello della Vacca Sacra, di Gea (la Terra) o della Grande Madre raffigurata nelle statuine paleolitiche.

I rappresentanti del segno del Toro hanno spesso la necessità di definire i “confini territoriali” tra sé e gli altri e, quando si parla di sovrani, anche a scapito degli altri. I pianeti che ne determinano l’agire sono Venere (arte, bellezza, piacere, amore, sessualità, senso del tatto, armonia), Giove (espansione, benessere, denaro, ottimismo, senso del gusto) e X-Proserpina (utero, voracità, possessività).
Caterina de’ Medici, Toro ascendente Scorpione, nacque a Firenze il 13 aprile 1519. Già orfana di entrambi i genitori ad un mese di vita, venne cresciuta
secondo le indicazioni dello zio, papa Clemente VII; dopo aver passato gran parte dell’infanzia in diversi conventi, ritornati al potere i Medici a Firenze, sposò, quattordicenne, il secondogenito del re di Francia, Enrico II di Valois, che divenne a sua volta re nel 1535.
Regina straniera, poco amata sia dal marito che dai sudditi, costretta a sopportare per anni la presenza ingombrante di un’amante reale come Diana di Poitiers, sterile per i primi anni di matrimonio, poi madre di numerosi figli e vedova in giovane età, Caterina de’ Medici, la “regina nera”, è conosciuta come una delle sovrane più potenti della storia.
Con pazienza e tenacia riuscì a sopportare per molto tempo un clima ostile senza reagire e regnò, direttamente o attraverso i suoi deboli figli, su una Francia che lei desiderava unita e forte, nonostante le feroci lotte religiose tra cattolici e ugonotti. Spietata nello spingere il figlio Carlo IX ad ordinare la sanguinosa strage della notte di San Bartolomeo, era anche la prima a ricorrere a mezzi diplomatici e a tessere solidi rapporti con altri potenti per raggiungere più pacificamente possibile i suoi scopi, tanto da legare in matrimonio la sua inquieta figlia Margot con il temuto rivale ugonotto Enrico di Borbone, re di Navarra, probabile re di Francia secondo le profezie di Nostradamus. Il veggente aveva infatti già rivelato a Caterina la triste fine dei suoi figli maschi, destinati a divenire tutti re, ma a morire presto.

Caterina de’ Medici (in questo vediamo l’azione di Venere) introdusse alla corte di Francia usi e costumi raffinati, portò in questo paese molte opere che costituiranno il primo prezioso nucleo del Louvre, progettò la costruzione dello splendido palazzo delle Tuileries; riconobbe una “funzione sociale” alle prostitute e inventò un capo di biancheria per cavalcare che, in seguito, diede origine alle mutande; arricchì le cucine reali, da vera Toro buongustaia, con piatti come la “salsa colla” (besciamella), l’anatra all’arancia, la zuppa di cipolle, la mostarda, il gelato e soprattutto introdusse a tavola l’uso della forchetta.

Dello stesso calibro l’altra potente Toro, un’altra Caterina: l’imperatrice Caterina II la Grande, di origine tedesca, gaudente vedova dell’inetto Pietro II di Russia, nata il 21 aprile 1729. Anche in questo caso il “potere femminile” del secondo segno dello zodiaco si esprime in tutta la sua forza: Caterina, dotata di un buon senso solido e positivo, di grande volontà e determinazione, anch’essa sposa adolescente, studiò con grande impegno e passione la lingua e la cultura russa, gli usi e i costumi del popolo su cui era destinata a regnare, incarnando, dopo la destituzione e l’assassinio del marito, la figura di una sovrana illuminata.

In seguito all’insurrezione contadina capeggiata dal cosacco Pugačëv però, la paura della violenza e il timore di perdere il suo potere la indussero a promulgare leggi che addirittura aumentarono il numero dei servi della gleba in Russia e che tesero ad accentrare il potere nelle mani dei nobili.
La sua politica estera fu una continua guerra espansionistica che portò all’unificazione del paese e alla conquista di territori a danno soprattutto di Polonia e Turchia. Ebbe molti amanti, tutte figure di secondo piano, via via promossi o rimossi dai luoghi di potere a seconda del momento, ma anche lei come Caterina de’ Medici, diede grande spazio all’arte ponendo le basi del moderno museo dell’Hermitage, completando la splendida sala d’ambra nel palazzo di San Pietroburgo, componendo lei stessa opere letterarie di tutti i generi in francese, tedesco e russo, fondando l’istituto Smolnij per fanciulle nobili (la prima scuola femminile russa).

Caterina de’ Medici e Caterina la Grande, regine “straniere”, solide, tenaci, pazienti, prive di pregiudizi sessuali, dotate di buon gusto, di intensi appetiti, di grande forza di decisione e di un chiaro progetto per rendere unitario e inattaccabile il proprio regno, morirono entrambe in tarda età, senza un vero e proprio erede e dopo essere vissute accanto a uomini fragili e incapaci di regnare, spinte, dagli eventi o dall’ambizione, a mettere in luce la loro forte personalità, attraverso cui l’astrologia può ancora cogliere le tracce della grande Dea Potnia e l’atmosfera di un antico matriarcato scomparso millenni prima di loro, ma sempre vivo nell’archetipo Toro.

© riproduzione riservata - idea e testi Stefania Lucarelli - immagini Fototeca Storica Gilardi
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