28 giugno 2012

Voglie & doglie




Il magico periodo della gestazione è stato sempre accompagnato nella storia, da precauzioni e rituali messi in atto per preservare la vita del nascituro e influenzare  positivamente la formazione e la venuta al mondo del bambino: un radicato sistema di superstizioni e credenze popolari sulla maternità che, in parte, ancora resiste alle conquiste della scienza. 

Tutti noi ricordiamo gli avvertimenti di mamme e nonne quando, di fronte ad una donna incinta che esprimeva una gran voglia di fragole, le raccomandavano di non toccarsi il viso finchè la voglia non fosse stata soddisfatta, per non lasciare tracce violacee sul faccino del nascituro.
 In questo modo ogni desiderio della donna incinta diventava un ordine per le persone a lei vicine, a cominciare dal padre, contribuendo, anche in società patriarcali e misogine, al benessere di donne e bambini almeno nei momenti più delicati.

Allo stesso modo si raccomandava alle future mamme di non assistere a scene violente e non guardare persone deformi, affermando che il bambino avrebbe rischiato di portare su di sé una traccia, fisica o mentale, di quell’impressione e, spesso si metteva in camera una bella bambola da guardare la mattina appena sveglie.
Certamente una stranezza, ma quando oggi si consigliano alle donne in gravidanza la meditazione, il training autogeno e un ambiente sereno non si fa altro che ricalcare, in chiave moderna, le stesse indicazioni.

Al contrario, altri precetti delle antiche tradizioni popolari si rifanno puramente a principi di magia “simpatica”.
Alle future madri era vietato, ad esempio, di indossare collane, di passare sotto o sopra le corde o di intrecciare fili, per evitare che il cordone ombelicale si girasse intorno al collo del bimbo.
Qualcuno raccomandava anche di non stare a gambe accavallate per non soffocare il nascituro!
Per evitare i soliti giri di cordone si vietava anche di incrociare oggetti, di ballare o fare capriole oppure, al contrario, si consigliava di mettersi a testa in giù per far girare il bambino nel modo giusto.
Quest’ultima manovra ha un fondo di verità, perchè permette l’allargamento delle ossa del bacino; oggi, perduto in gran parte il sapere delle vecchie ostetriche nel girare i bambini podalici, si ricorre spesso alla “moxicombustione” che, seppur efficace, mantiene la solita aura di magia che sembra accompagnare costantemente l’evento nascita.

In passato numerose erano anche le indicazioni per influenzare il sesso del nascituro: la speciale dieta da seguire, il momento giusto in cui avere il rapporto e addirittura la posizione che avrebbe favorito l’arrivo di un maschio o di una femmina.  Ma la cosa più curiosa è che, oggi, tutte le antiche credenze non siano scomparse, ma si siano solo “adattate” alla nostra mentalità!

© riproduzione riservata:  idea e testi Stefania Lucarelli - immagini Fototeca Storica Gilardi

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