30 giugno 2011

Capricorno

(22 DICEMBRE - 20 GENNAIO)


E’ praticamente impossibile distinguere un Capricorno, anche molto tipico, in mezzo a una folla. Si ha un bel guardare, scrutare, paragonare… A meno che non sia lui a scrutarci con il suo occhio acuto e gelido. E’ uno sguardo che fa arrossire: non perché sia impudico, ma perché mette a nudo ciò che vorremmo nascondergli, e perché è uno sguardo che sale dal più profondo della notte. Fuori tutto è bianco. La vita s’è fermata. La notte sarà lunga, sembra dire il Capricorno, annidato nel suo antro.
Ha molto tempo davanti a sé. Saturno e l’eternità sono dalla sua parte. Saturno non è la notte, ma la saggezza più fredda, la ragione che presto o tardi finirà col trionfare. E’ quel che dice il Capricorno, tra i denti. Il Capricorno fa un po’ paura. Vien voglia di andarsene. E’ il meno “seducente” (nel senso Gemelli del termine) dei segni. Eppure, specie se si è Gemelli, sarà vantaggioso vivere accanto a lui.

I genitori di un piccolo Capricorno dicono spesso che è “sovrumano”. A volte anche “inumano”. Non fa mai il buffone, non si mette mai in situazioni rischiose. Poco incline alla tenerezza, dimenticherà di dare alla mamma il bacio della buonanotte. Preferisce che papà venga a spiegargli la sera, quando è a letto, i grandi segreti del mondo, come la trasformazione dell’acqua in ghiaccio. Il ghiaccio gli piace molto, e anche il vetro, le combustioni lente, la chimica dei metalli.
Ha cominciato a parlare molto tardi. I genitori temevano che non parlasse affatto. Adesso lo trovano troppo maturo per la sua età, troppo serio, troppo assorto negli studi. E’ sempre laconico e le sue intenzioni per il futuro si sapranno soltanto quando avrà annunciato la sua scelta.
Quanto alle bambine e alle ragazzine di questo segno, Simone de Beauvoir, molto marcata dal Capricorno, ne ha dato la migliore descrizione nelle sue “Memorie”. La vita deve essere seria. E le ambizioni altissime, concentrate in una sola direzione. Il successo pare dunque probabile.

“Mio marito è un orso, bisogna addomesticarlo”, ecco quel che dice la moglie del Capricorno. Non è un’impresa facile, ma è appassionante. Prima di tutto si è dovuto convincerlo a diventare un marito. Non ci teneva affatto. Avrebbe preferito prolungare al massimo la delizia delle serate solitarie accanto al fuoco. Lei leggeva accanto a lui, ed egli lavorava. Lavora sempre. I suoi compagni sono “arrivati” prima di lui, ma il Capricorno ha un sorriso inimitabile, vagamente sprezzante, quando parla di successi spettacolari. Sarà nominato docente alla facoltà di medicina molto dopo di loro. Si dedica alle ricerche.
Si direbbe che conosca il più formidabile dei temi dei ricercatori, quello di Pasteur e che abbia deciso di accanirsi, come il grande studioso, fino al celebre: “Non ne posso più!” La domenica bisogna pur distrarsi, o far finta di distrarsi. Allora va a visitare, metodicamente, le abbazie in rovina o le grotte preistoriche. Quando è tra quelle meraviglie, tace. Tutto ciò che non vive più lo affascina. Ciò che invece lo annoia mortalmente è l’opera lirica, ad esempio, o le riunioni mondane. Il momento più bello, insuperabile nella giornata del Capricorno è quando la sera torna al suo tavolo di lavoro, e si accanisce a compiere la sua opera come se grattasse la terra con le unghie.
La sua conquista sarà l’Annapurna di Maurice Herzog o la battaglia della Marna di Joffre il taciturno. In ogni caso “morirà” sul lavoro, come Molière, il più umano dei Capricorni, l’inventore di Arnolfo, del Misantropo, o di quel don Giovanni che perisce di freddo. Morirà perché bisognava andare fino in fondo e perché credeva veramente all’eternità.

Ecco il segreto della straordinaria magnificenza dei Capricorni: dispongono di molto tempo, ne dispongono come gli alchimisti e i santi, o come se lo secernessero essi stessi. Notiamo, in questa famiglia zodiacale, la predominanza di uomini politici che non “finiscono mai”, tipo Adenauer. A volte spariscono. Spesso riaffiorano. Si parla dei loro “ritiri”, parola tipica del Capricorno, della loro sobrietà, magari del loro ascetismo.
Dimenticavo: il geroglifico del Capricorno è la capra, e sapete fino a che punto la capra può combattere da sola. Fargli pronunciare la parola “oggi” è un compito urgente, un dovere d’amicizia o d’amore. Infatti il Capricorno, uomo o donna, vede troppo lontano.
A volte bisogna fargli fretta, strapparlo alla sua meditazione o alle rotaie della sua fatica. Bisogna anche chiedergli di mostrarvi il suo cuore, che senza dubbio batte soltanto per voi. Bisogna impedirgli di girare in tondo nel suo intimo. Potrebbe diventare egoista, ombroso, suscettibile, amaro, sogghignante. Potrebbe anche chiudersi in un mutismo assoluto, come il grande pittore di questo segno, Utrillo. Certo ho scelto degli esempi estremi, ma sono stati i miei amici del Capricorno a suggerirmeli. Se sapeste come ne hanno abbastanza della loro leggendaria serietà, della loro lentezza e della loro tenacia! Quasi quasi vi supplicano di trattarli come se fossero elfi. E se lo fate ne sarete ricompensati.

(da "LO ZODIACO" di F.Regis-Bastide)


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