30 giugno 2011

Scorpione

(23 OTTOBRE - 22 NOVEMBRE)


Avete notato il sorriso delle persone che vi dicono: “sono nato sotto il segno dello Scorpione”? Un sorriso teso, terrificato e provocatorio al tempo stesso. L’astrologo Barbault dice molto giustamente che lo Scorpione è “il cimitero dello zodiaco”. In effetti, questo è il segno della morte. E’ anche quello della resurrezione e non c’è famiglia zodiacale più ricca.
Si potrebbe ad esempio sopprimere dalla storia dell’umanità tutte le celebrità della Vergine o della Bilancia: la vita apparirebbe meno feconda e armoniosa, ma non ci sarebbero vuoti troppo crudeli. In compenso, sopprimete lo Scorpione e avrete soppresso la metà, o anche di più, delle religioni, della letteratura, delle arti.
Ecco perché il vostro sorriso è provocatorio: perché siete sicuro della scintilla che arde in voi. Ma il vostro sorriso è però anche teso, atterrito, perché, e lo sapete benissimo, questo è il segno più difficile da vivere, il più a disagio nella sua nera corazza. La sua freccia avvelenata gli propone sempre il male, e a volte lo compie, ma di questo male ne fa anche un capolavoro. “Perché mai è un tipo così?” si chiede la gente attorno a lui. Mi ci vorrebbero trenta pagine per dare una spiegazione ancora insoddisfacente…

Questo bambino Scorpione ha il diavolo in corpo! Già glielo dicono quando egli ancora non sa che cosa sia il diavolo e che cosa sia il corpo. Ma non tarderà a conoscere l’uno e l’altro. E’ il bambino più difficile ed appassionante da educare. Il piccolo Ariete ad esempio, che è piuttosto “difficile” anche lui, fa delle sciocchezze vistose. Il piccolo Scorpione si mette al lavoro di notte, negli inferi di Plutone, nella solitudine sotterranea. Gli piace “l’angolino dove si sta tranquilli” (Anouilh) e a questo punto potrei raccontare molte cosucce poco pulite. Non è colpa mia, sono gli psicanalisti che hanno parlato per prima della “aggressività anale”. Questo bambino punisce i suoi genitori per essere poi punito a sua volta. Scopre, come il più grande di tutti gli Scorpioni, Dostoevskij, il valore del “delitto” e del “castigo”. Conosco una bella principessa romana, Scorpiona, che non si stanca mai di raccontare “le stupidaggini che facevo da bambina e come mi punivano”. Ricorda che un giorno nascose delle vipere negli stivali di suo nonno… Non dico che tutti gli bambini Scorpioni raggiungano questi virtuosismi nella cattiveria, ma sono sicuro che li sognano.
Bisogna dunque punirli il meno possibile. Lo Scorpione sogghigna. Bisogna spalancare davanti a lui le porte del mondo. Crede che tutto sia nascosto. Bisogna spiegargli che non è vero (anche se ha ragione lui, in fondo). Giacchè la sua intelligenza è fantastica, insaziabile. Non vuole conoscere per capire; vuole conoscere per conoscere e per impadronirsi del potere. Gioca all’investigatore, al criminologo. E la bambina Scorpiona gioca alla strega, alla suora mistica.

Ma tutte le donne Scorpione hanno del fascino, e così potente che detestano sentirne parlare. Mi fermano con un gesto. “Si, lo so, adesso tirerai fuori la storia della mantide religiosa e della morte sulla spiaggia”. Con loro, meglio tacere. Eppure quello sguardo d’aquila, quegli occhi da pantera, quelle labbra napoletane, quel sorriso canzonatorio… siamo molto lontani dalle infuocate Arieti. La Scorpiona non fa nulla per stregarvi. Pronta anzi ad assumere un’aria ipocrita: “Io? Ma tu sogni, caro mio!” E pronunciano questa frase con voce calda e dolce, una voce da corno inglese, da violoncello nelle corde alte, una voce un po’ violacea. Anche se è molto felicemente sposata, io la vedo sempre come vedova. Guarda il marito con occhi da cartomante, da strega. Carmen era sicuramente Scorpiona, e Georges Bizet era Scorpione, naturalmente. Eppure è la migliore madre che esista. E anche la più possessiva. Sa capire al volo le malattie e le pene dell’infanzia. E’ a lei che i bambini o gli sposi infelici confidano i loro segreti, ed essa li custodisce gelosamente, li culla, li fonde con i propri tormenti. La notte, a occhi aperti, porta in sé tutto il dolore del mondo e cerca di trasfigurarlo.
La donna Scorpione è il perdono, la redenzione universale. Assume la parte di Maria Maddalena, piange e geme. Al risveglio la vediamo ancora più bella, rinata dalle sue lacrime. Mi accuserete di subire il fascino di questa donna. Ma chi non è mai stato, almeno una volta, conquistato da una Scorpiona!

Che sia uomo o donna, lo Scorpione non invita ad un’esistenza tranquilla e superficiale, i compromessi sentimentali non lo soddisfano, ogni attimo della sua giornata si presenta come un problema da risolvere con ardore. Il sipario si alza, ha inizio la tragedia. E non si tratta di una messinscena, né di un bluff, né di un’esperienza: è la pura verità.
Ecco gli eroi di Racine e i personaggi di Mauriac, “la cognizione del dolore” di Gadda, gli articoli brucianti di Camus, l’uomo ribelle di Rodin nella “Porta dell’inferno”, i racconti diabolici di Barbey D’Aurevilly, e non dimentichiamo che “I diabolici” era anche il titolo di un film di Clouzot, autore del “Corvo”, l’uccello caro ad Edgar Allan Poe… Tutti i nomi che cito sono nomi di Scorpioni molto tipici, e mi salgono alle labbra quasi automaticamente… Picasso, Restif de la Bretonne, Henry Miller… Sulla vetta, Maometto e Lutero, nell’abisso due Scorpioni dissonanti, Goebbels e Goering. A volte, quando sorgono in me dubbi sulla veridicità degli astri, contemplo la famiglia Scorpione: è un mondo così coerente, così unito, che il caso da solo non ha certo potuto organizzarlo.


(da "LO ZODIACO" di F.Regis-Bastide)

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