30 giugno 2011

Sagittario

(23 NOVEMBRE - 21 DICEMBRE)


Il Sagittario è il terzo e ultimo segno di fuoco. Il primo, l’Ariete, diceva: “Parto”; il Leone proclamava: “Sono arrivato”; il Sagittario annuncia: “Andrò più lontano”. E’ anche il più avventuroso di tutti i segni, che la tradizione presenta nell’aspetto di un centauro focoso, l’arco teso verso le cime.
Ed è anche il segno più direttamente governato da Giove: nella famiglia del Sagittario incontreremo di capi militari o di suscitatori di rivolte. Infine, la freccia incoccata nell’arco e tutto il movimento ascendente del segno indicano che, nel gran girotondo dello zodiaco, stiamo per strapparci definitivamente all’animale, alla carne, e ci innalziamo verso lo spirito. Il centauro non soltanto mira ad andare “più lontano”. Sogna Dio, un’immensa collettività morale, un eroismo sociale, dimentica di essere quello che è per inventare un nuovo mondo folgorante.
Segno nobile, sarà a volte di difficile convivenza come lo Scorpione, ma lo si ammirerà con piacere.

Per un bambino nato sotto il segno del Sagittario, la cosa più penosa è il sentirsi dire: “quando sarai grande…” giacchè egli è roso dalla smania del movimento, e i genitori esitano a frenare i suoi istinti, sempre bellissimi. E’ il più umano dei bambini., quello di cui si dice subito che “è un ometto!” perché si ribella soltanto per il bene della comunità, o di un gruppo di mici, o per conquistare il diritto allo sport più violento. Ha idee grandiose, molta foga, piani assai fumosi per le vacanze della famiglia, si arrabbia anche, se non gli si dà ragione. E ha quasi sempre ragione. Sarà forse un Giove prometeico, dirà una parola di troppo, ma “bisogna pur convincerlo”. Se non gli si dà retta, rischia di diventare un po’ fanfarone, un po’ “meridionale” (nel senso più nobile). E’ il piccolo Marius di Pagnol, che seduto sui cordami del porto sogna di partire, di raggiungere le isole di Sottovento… Bisogna che tutti capiscono che cosa significa partire… E se non lo capiscono, il piccolo Sagittario è perduto, giacchè ha poca disposizione per i sogni irrealizzabili.
Questo nostalgico pieno di senso pratico è, di tutti i figli del secolo, il più interessato ai viaggi interplanetari. Chiuso in camera sua, fabbrica forse modellini di aerei supersonici. In ogni caso, potete dirgli che i quattro grandi aviatori Guynemer, Lindbergh, Mermoz e Saint-Exupèry sono quattro figure tipiche del Sagittario.

Per la Sagittaria tutto è molto serio: il lavoro, l’amore, la società, la vita spirituale. E’ la meno leggera delle ragazzine. Può giocare a tennis per anni con lo stesso ragazzo senza pensare ad altro che a perfezionare i suoi servizi. Quando torna agli spogliatoi dà un gran manata sulla schiena del compagno. Questa sera, quando usciranno assieme, indosserà gli stessi pantaloni, la stessa giacca di daino. Parlerà quasi allo stesso modo. Eppure non è un tipo mascolino: ma se non le si offre una vera avventura pericolosa, ai limiti dello scandalo, o un sacrificio sovrumano, finge l’indifferenza. E se quel ragazzo non l’ama di amore sfrenato, non è il caso di perdere tempo in romanticherie. Quando si sposerà, la sua decisione avrà un po’ il sapore di una bravata: reazione contro l’ambiente sociale, religioso, o contro tutti e due. La signorina L., di ottima famiglia cattolica e militare, sposa un medico senegalese, e per di più convertito al protestantesimo. Famiglie, rassegnatevi, non c’è nulla da fare. Una Sagittaria ostacolata diventerà Cristina di Svezia e sarà capace di gridare: “Calunniare me, è come attaccare il sole!”
Rassicuratevi, queste selvagge amazzoni, diventano spesso delle placide dame impegnate in opere di carità. La Francia non ha mai avuto una “regina” più rispettabile di Madame di Maintenon. E poi la rivolta può essere passeggera, il bovarismo (Flaubert era Sagittario) tiepido, la pantera addomesticata: bisogna che colui che essa ama sia ammirevole, e miri in alto. Allora la signora Sagittaria, vestita di violetto, il naso altero, volgerà lo sguardo sui poveri, sui malati e sugli orfani. Racconterà loro, come in gioventù, essa fece mille pazzie, e parlerà della Fede “che bisogna assolutamente ritrovare”.

Compiere grandi imprese: ecco il motto del Sagittario. Se siete una donna gatto, una donna bambina, o anche una donna tutta casa, evitate di sposarlo, perché non ha tempo da perdere. E’ un aristocratico dell’azione, non gli garba la vita in pantofole. Se tentate di fargliele calzare se ne libera subito, e ricordiamo qui un grande Sagittario, Papa Giulio II, che marcia alla testa delle sue truppe alla riconquista di Bologna. Potrebbe diventare Churchill, o de Gaulle, o Franco, o Condè, o Clemenceau. Non sto facendo della politica, enumero i Sagittari per dimostrare che il bambinetto, il giovane puledro che abbiamo visto poco fa, ha ottenuto quel che voleva “nel sangue e nelle lacrime”, e cioè la vittoria, giacchè “senza vittoria non è possibile sopravvivere” (Churchill).
Non tutti i Sagittari per fortuna, possono guidare le nazioni, perché non tutte le nazioni sono in grado di seguirli: che siano sportivi, preti o medici, direttori di un’agenzia turistica, saranno sempre però gli uomini più mobili della terra. Il loro lavoro è, o dovrebbe essere, in relazione con qualcosa di lontano. E’ importante che abbiano l’obbligo di partire da un momento all’altro, e vanno all’aeroporto come un altro andrebbe in piscina: per igiene.
Un Sagittario chiuso in un ufficio burocratico può soffocare: può anche fare impazzire i suoi colleghi. Perché ha sempre idee grandiose e riesce facilmente, nonostante le sue audacie. Pensate alla carriera dei due grandi musicisti del Sagittario: Beethoveen e Berlioz, che la loro epoca considerava due vulcani, due meteore. Li hanno insultati eppure ancor oggi noi troviamo profetiche le loro sinfonie. Bisogna dunque seguire i Sagittari senza discutere, senza far vedere che si è senza fiato. Finiranno con lo stancarsi anche loro. “All’improvviso” dirà una moglie di Sagittario, “mio marito si è accorto che ha dei figli e una famiglia”. L’ha sempre saputo, ma prima bisognava che scagliasse la sua freccia.
Ora potrà abbandonarsi alla sua ultima inclinazione: la vita gioviale di Giove stanco. Purché la sua casa non resti vuota: potrebbe allora diventare un giovanotto elegiaco (non dimentichiamo che esiste anche un bovarismo maschile), e la cosa gli si adatterebbe ben poco.

(da "LO ZODIACO" di F.Regis-Bastide)


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