26 novembre 2018

Stella letterarie - Sagittario


Il nono segno dello Zodiaco è un archetipo che rappresenta il concetto di “lontano”.
Il Sagittario infatti, associato anatomicamente alle gambe che ci permettono di allontanarci dal circostante, simboleggia la spinta umana verso una fiduciosa esplorazione di ciò che è ancora sconosciuto. L’esplorazione è da intendersi sia fisica che mentale ed è ben rappresentata in questa sua duplice forma nelle opere di moltissimi autori appartenenti al segno. È facile ad esempio, ritrovarne i motivi conduttori ne “I fantastici viaggi di Gulliver” del Sagittario Jonathan Swift.
Nel racconto del celebre scrittore inglese possiamo vedere all’opera i tre pianeti che dominano questo segno: Giove (l’espansione, il viaggio, ma anche la giustizia e il giudizio morale), Nettuno (gli oceani, l’infinito, l’indefinito, il fantastico) e X-Proserpina (la Natura rigogliosa, la madre Terra, l’utero). Sempre grazie a naufragi o a disavventure per mare, Gulliver si trova ad incontrare popoli sconosciuti e lontani, bizzarri e diversi, ma con difetti troppo simili agli uomini del suo tempo perché non emerga prepotente il suo giudizio morale. Condizionato inconsapevolmente dai suoi astri, non può che scegliere di attribuire la massima saggezza all’animale “totem” del Sagittario, cioè il cavallo, immaginando di essere abbandonato nella “Terra dei cavalli razionali”, gli houyhnhnm, dotati di parola e grande intelligenza, la cui armonia è minacciata dagli yahoos, creature bipedi pericolosamente simili a degli esseri umani primitivi.
È interessante a questo proposito ricordare anche quanto il viaggio fantastico e il motivo “moraleggiante” si mescolino nel lavoro letterario di un altro celebre Sagittario: Collodi, il “papà” di Pinocchio che condivide con Gulliver questa idea che la saggezza sia appannaggio degli animali più che degli umani, che si imbatte in disavventure marine e viene messo alla sbarra da una giustizia ingiusta.
Ma il Sagittario ama la diversità e l’esplorazione anche quando non si tratta di scrivere un romanzo fantastico. In questo segno troviamo l’amore per le lingue, quello per la filosofia e le religioni. È anche il segno degli antropologi e degli etnologi, di cui il Sagittario Ernesto De Martino è un chiarissimo esempio. Con le sue ricerche sui “maciari”, i guaritori del Sud Italia, meravigliosamente documentata anche grazie all’apporto di fotografi come Ando Gilardi (non a caso un Gemelli, segno che fronteggia il Sagittario, nello Zodiaco) ha salvato un patrimonio di tradizioni popolari, una cultura “tribale”, che stava dissolvendosi con l’avvento della modernità.
Anche Joseph Conrad è un rappresentante perfetto del segno, con la sua passione per il mare, i suoi romanzi avventurosi ambientati su navi e mercantili, l’odio per lo sfruttamento coloniale nei confronti degli indigeni, l’amore per i paesi esotici frutto dei suoi viaggi in tutto il mondo.
Con il nono segno dello Zodiaco vediamo apparire in modo significativo nel mondo letterario, anche le donne.
Il Sagittario è il segno che, insieme al Leone, annovera il maggior numero di scrittrici celebri. Per citarne solo alcune: Jane Austen, L.M. Alcott ed Emily Dickinson. Queste scrittrici sembrano parlare da un piccolo ambiente protetto dalle vicissitudini storiche del loro tempo, come fossero racchiuse in un “utero” familiare o sociale che le isola dal flusso degli eventi più grandi. Ma dalla loro prospettiva intima riescono a dipingere un affresco dei loro contemporanei, di grande lucidità e disincanto, cogliendo le ipocrisie, le piccole miserie, e sanzionandole, a volte con ironia, a volte con mestizia, ma sempre con una consapevolezza che l’essere donna è qualcosa di più grande e importante di quel che la società permette. Significative sono in proposito, queste parole di Jane Austen: “Per rendere giustizia agli uomini, che sebbene nella stragrande e insignificante maggioranza del loro sesso, pensino che l’imbecillità nella donna sia un grande vantaggio per il loro fascino personale, c’è una parte di loro troppo ragionevole e troppo ben informata da desiderare in una donna qualcosa in più dell’ignoranza.
E significative sono queste parole di Emily Dickinson per capire il rapporto stretto tra il segno del Sagittario e il mondo naturale, segnato da una sorta di innocenza, di purezza interiore: “Quando da ragazzina stavo molto nei boschi, mi dicevano che il serpente mi avrebbe morso, che avrei potuto cogliere un fiore velenoso, o che i folletti mi avrebbero rapita, ma io andavo avanti e non incontravo nessuno tranne angeli, che erano molto più timidi con me, di quanto io fossi con loro, così non ho quella confidenza con l’inganno che hanno tanti.” Il Sagittario è saggio e ingenuo allo stesso tempo, ha fiducia nel mondo. Ama l’innocenza e sanziona la malignità.
Moltissimi altri autori del segno presentano una connotazione propria che tocca tutti questi temi in modo forse meno evidente, ma comunque riconoscibile. Per ricordarne uno su tutti, Mark Twain, che nacque come umorista e concluse la sua vita letteraria sferzando con grande severità le ipocrisie del suo tempo, facendo una profonda critica sociale, sottolineando il dilagare dell’ingiustizia, l’assurdità del razzismo e dei dogmi religiosi. Ecco, per concludere, una sua frase che racchiude perfettamente l’essenza del Sagittario: “Ogni razza decide da sé cosa è indecente. La natura non conosce indecenze. È l’uomo a inventarle.”

© riproduzione riservata: immagini Fototeca Storica Gilardi - idea e testi Stefania Lucarelli

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